Dolore cervicale: cause e rimedi

29 agosto 2020
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Molti di noi hanno sperimentato, nel corso della vita, disturbi localizzati al collo che il medico ha correlato a un’entità clinica misteriosa: la cosiddetta “cervicale”. In realtà tale termine non è del tutto esatto, o meglio si riferisce ad una condizione più correttamente chiamata “spondilosi cervicale degenerativa”.
Il dolore cervicale è una problematica comune che affligge moltissime persone ogni anno creando disagio, un aumento delle spese sanitarie e l’impossibilità a svolgere attività di vita quotidiana nel pieno delle proprie potenzialità. Il dolore alla cervicale può insorgere in risposta a fattori di varia natura e colpisce molto spesso persone sopra i 40 anni che svolgono lavori sedentari che richiedono il mantenimento di posture per un tempo molto prolungato, oppure lavoratori manuali che eseguono movimenti ripetitivi con il collo durante l’attività lavorativa quotidiana.

Il dolore alla cervicale si manifesta generalmente in un’area posteriore che va dalla base della testa fino alla base delle spalle. La qualità, l’intensità e la localizzazione dei sintomi è strettamente legata alla causa del dolore e alla sua storia. Il dolore può essere diffuso e coinvolgere una grossa area della cervicale quando legato a problematiche ai dischi come le protrusioni o l’ernia cervicale, oppure può essere molto localizzato in un punto quando è invece connesso a una problematica di rigidità articolare o legata a una contrattura muscolare (trigger point). Problematiche legate al disco tipicamente si manifestano in maniera intensa il giorno successivo uno sforzo o un’attività anomale che carica il collo e possono portare a un dolore irradiato anche alla spalla, alle scapole e persino al braccio se è interessata anche una radice nervosa. Viceversa se il dolore è legato a una contrattura o a una rigidità articolare, questo si manifesta in concomitanza con un sovraccarico cervicale anomalo, un movimento ripetuto più volte durante la giornata, una posizione mantenuta per un tempo molto prolungato (dormire storto sul divano), oppure un movimento del collo repentino e incontrollato.

Il dolore cervicale può essere acuto o cronico in funzione della durata dei sintomi. Generalmente una cervicalgia acuta ha una durata inferiore a tre mesi con un decorso favorevole con possibili recidive e una guarigione spontanea della maggioranza dei casi. Viceversa, quando il dolore persiste da più di tre mesi siamo in presenza di un dolore cervicale cronico con un probabile quadro di sensibilizzazione che rende la problematica più ostica da affrontare. Il dolore cervicale infine può manifestarsi con sintomi come mal di testa, nausea o vertigini quando è coinvolto il rachide cervicale alto. Se infatti a questo livello abbiamo un problema legato a rigidità, instabilità vertebrale o contratture muscolari dei muscoli che si trovano subito sotto il capo possiamo riferire dolore o sintomi anche a livello della testa in aree generalmente frontali o temporali dal lato del dolore cervicale. Di solito il mal di testa da cervicale è tipicamente legato al dolore al collo: più questo aumento, più aumenta il mal di testa. Attenzione in questi casi a riconoscere la causa primaria del mal di testa. In alcuni casi questo può anche non essere legato al dolore cervicale e si raccomanda sempre una visita specialistica da un medico per chiarire al meglio le cause.
È importante non catastrofizzare i referti ma viverli con equilibrio: non è detto che se avete una o più protrusioni, l’artrosi cervicale o degli osteofiti siano queste le cause del vostro dolorecronico e anzi, è provato che molto spesso tali alterazioni sono presenti normalmente dopo i quarant’anni anche in soggetti privi di alcun tipo di dolore.

Incolpare una struttura anatomica giudicata non normale ostacola oltretutto la ricerca delle reali cause del problema che spesso e volentieri sono riconducibili a una ridotta mobilità del collo, a una debolezza o contrattura muscolare, uno schema motorio scorretto, una cattiva postura o a una disabitudine al movimento. Insomma tutte cause legate a fattori funzionali che possono essere migliorati attraverso alcuni trattamenti fisioterapici mirati. Solo un’attenta valutazione potrà far luce sui reali problemi e iniziare a risolvere finalmente i vostri dolori cervicali con un approccio serio e organizzato.

Cause del dolore alla cervicale
La prima cosa che generalmente viene fatta quando si ha dolore alla cervicale e non se ne può più di sopportarlo è recarsi dal medico di base e iniziare una serie di accertamenti diagnostici più o meno approfonditi: lastre, risonanze, ecografie, costituiscono il punto base dal quale di solito si parte per affrontare il problema. Ecco che, spesso e volentieri, appaiono chiare e lampanti alcune alterazioni o degenerazioni del rachide cervicale che prendiamo al volo come capri espiatori cui dare la colpa:osteofiti, protrusioni discali, inversione della lordosi, artrosi cervicale sono solo alcune delle diciture che si possono trovare spesso nei referti.

Dolore cervicale e farmaci
L’intervento classico in caso di dolore cervicale è l’utilizzo di farmaci, in particolari antinfiammatori (FANS) e miorilassanti. Come spesso accade, si tende a sopravvalutare l’utilità dei farmaci che, in questo come in tanti altri casi analoghi, non costituiscono il rimedio fondamentale a risolvere la causa primaria del problema. Gli studi scientifici ad oggi ne mettono in dubbio l’efficacia, sottolineando anche la presenza di effetti collaterali indesiderati, specie dopo un utilizzo prolungato nel tempo. Sia chiaro, i FANS in casi di dolore acuto possono aiutare tramite la loro azione diretta sui processi biochimici dell’infiammazione, ma non possono in alcun modo rappresentare il trattamento principale per risolvere la problematica in essere, specie se il dolore diventa cronico.

Le strategie terapeutiche e preventive
Il trattamento della spondilosi cervicale degenerativa dipende dall’intensità dei sintomi e dall’eventuale interessamento radicolare e midollare. Nelle persone che non hanno manifestazioni neurologiche, il dolore al collo viene gestito attraverso farmaci analgesici e approcci conservativi, come la fisioterapia.
Quando esiste una radicolopatia associata, oltre alla terapia antidolorifica sono disponibili altre opzioni tra cui l’iniezione epidurale di cortisonici, la fisioterapia, la trazione cervicale o una temporanea immobilizzazione tramite collare. Se, nonostante questi presidi, i sintomi nerologici peggiorano nel tempo, è indicata una valutazione chirurgica.
La presenza di un danno al midollo spinale rende generalmente necessario un approccio neurochirurgico. La decompressione midollare e la contestuale stabilizzazione della colonna vertebrale possono essere ottenute attraverso un approccio anteriore, posteriore o antero-posteriore combinato; la durata della procedura e i tempi di recupero variano da caso a caso, a seconda della gravità clinica e della tecnica utilizzata.

A tutt’oggi, non è chiaro come mai solo alcune delle persone con degenerazione cervicale abbiano sintomi, mentre altre, pur con quadri radiologicamente simili, non ne riferiscano. È possibile che alcune conformazioni congenite possano predisporre allo sviluppo di manifestazioni cliniche negli anni. Ma ci sono anche elementi su cui possiamo agire: praticare regolare esercizio fisico, mantenere una corretta postura ed evitare traumi locali sono norme utili per prevenire il danno. Studi recenti hanno inoltre osservato come il tabagismo e l’obesità siano maggiormente associati a questo disturbo, e vanno perciò evitati in un’ottica di prevenzione. La spondilosi cervicale degenerativa è una condizione diffusa e con implicazioni cliniche di gravità variabile: con le giuste precauzioni e il consiglio del medico è possibile affrontarla al meglio.

Chiedere consiglio al Farmacista di fiducia sul prodotto più adatto alle proprie esigenze, leggere attentamente il foglietto illustrativo e se i sintomi persistono consultare il Medico.

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